The Road


Un perenne grigio cielo, luoghi angusti, desolati e ricoperti di cenere, adornano l’ambientazione di The Road (2009), film tratto dal romanzo di Cormac McCarthy e che vede come protagonisti il famoso Viggo Mortensen ed il giovane Kodi Smith McPee, interpretare rispettivamente le parti di padre e figlio in vagabondaggio attraverso le pericolose lande di quello che un tempo era il mondo conosciuto dall’uomo.
Durante la storia, che si svolge 14 anni dopo un ipotetico cataclisma o guerra, non è appunto spiegato cosa ha portato il mondo alla distruzione, così come non sono noti i nomi dei protagonisti.
The Road cerca di avvicinarsi il più possibile ad un futuro in cui ogni valore è andato perduto, dove la natura più intima dell’uomo viene a galla. In questo modo la fantascienza si tramuta in realismo, grazie ad una miscela di scene di tensione alimentate da un crudo verismo e ad attimi tragici che evidenziano un mondo morto, senza speranza, popolato da persone qualunque ritrovatesi ad essere cannibali, assasini a sangue freddo, cacciatori di uomini…


La storia narra le vicende di un padre ed un figlio che attraversano gli Stati Uniti per raggiungere la costa, ultima speranza di un futuro migliore… Speranza che va ad affievolirsi passo dopo passo, in un intercedere di disperazione ed incontri che hanno come protagonisti il cinismo, l’egoismo e la violenza dell’essere umano, ridotto ad essere predatore di se stesso. Il disadorno carrello che i due trascinano per il lungo viaggio, contiene le poche cose trovate per sopravvivere al gelo, alla fame ed alla sete, ma non ha niente per rispondere alle domande di un piccolo in cerca di una spiegazione, un’anima innocente che si chiede perchè sua madre non sia accanto a lui o cosa abbia portato il mondo a questo punto di non ritorno.

L’unica cosa a tenere al sicuro lo stanco padre e lo speranzoso figlio, è una pistola con soli due colpi.
Personalmente l’ho trovato un film molto bello ed incisivo, capace di suscitare vere emozioni di paura ed angoscia. Forse alcuni lo troveranno un po’ pesantuccio, ma a mio parere è una delle pochissime storie che prende in considerazione la VERA entità di un disastro su scala mondiale e proprio per questo motivo è ricordato per la sua crudità.

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